Dei ricercatori della Stony Brook University in collaborazione con NVIDIA e Adobe stanno lavorando ad un sistema chiamato ‘redirected walking’ per permettere agli utenti di muoversi liberamente in un ambiente virtuale molto più grande dello spazio fisico nel quale ci si trova.
Questa tecnica sfrutta una debolezza del occhio umano detta soppressione saccadica. Le saccadi sono dei micro movimenti che l’occhio fa quando vuole fissare un’ immagine. Durante questi micro movimenti si ha il fenomeno della soppressione saccadica ovvero un momento della durata di pochi microsecondi nel quale l’occhio è ceco.
I ricercatori sono stati in grado con un sistema di tracciamento degli occhi di SMI e un HTC Vive di rilevare questi movimenti, e sfruttarli per ruotare la scena in modo impercettibile durante i momenti di ‘cecità’ avitando all’utente di scontrarsi con le pareti fisiche.
In questo modo si riesce a creare l’illusione di muoversi in ambienti virtuali molto più grandi dell’ambiente fisico in cui ci si trova.
I ricercatori durante il GDC 2018, hanno mostrato una demo che in tempo reale crea un percorso da fare fare all’utente in base all’ambiente fisico in cui ci si trova, in questo modo sono in grado di rilevare anche la presenza di ostacoli o altre persone nella stanza ed eventualmente riadattare il percorso.
Un sistema che se sviluppato potrebbe avere delle grandissime potenzialità e risolverebbe almeno in parte il problema del movimento all’interno della realtà virtuale.