Da Facebook a Microsoft sono in molti a parlare negli ultimi mesi di metaverso, un termine che ci porta subito ad immaginare scenari da film di fantascienza, per certi versi ancora troppo lontani dal nostro quotidiano, ma al tempo stesso molto più vicini di quello che si pensa e vediamo perchè.
Per metaverso si intende un mondo virtuale nel quale possiamo muoverci, giocare interagire con altre persone, comperare o costruire spazi nuovi ecc.
Di per se non è un concetto cosi nuovo i meno giovani sicuramente ricorderanno “Second Life”, che di fatto era proprio questo.
A rendere tutto nuovo e interessante sono 2 aspetti fondamentali:
da una parte le nuove tecnologie di Realtà virtuale e aumentata in grado di offrire esperienze sempre più immersive e realistiche e di creare spazi virtuali dove collaborare e lavorare insieme, e dall’altra le tecnologie di blockchain, in particolare gli NFT, questi due termini per chi non li conosce meritirebbero degli articoli dedicati, ma per spiegarlo con poche parole gli NFT sono degli oggetti digitali, come un immagine, un suono o un filmato che grazie alla tecnologia blockchain risultano inequivocabilmente in possesso di chi li acquista.
Trasportando gli NFT all’interno della realtà virtuale significa che io ad esempio all’interno di un metaverso posso acquistare un appezzamento di terra a fianco a quello che ha acquistato la mia star preferita perchè sono convinto che acquisterà valore nel tempo.
Questo è proprio quello che è successo: Soop Dog ha acquistato un terreno virtuale su “Sandbox” e un utente ha speso $450.000 per diventare il suo “vicino di casa virtuale”.
Al momento c’è forte entusiasmo da parte di molti brand verso il metaverso e tutto quello che implica, c’è chi sta investendo molti soldi per non farsi trovare impreparato, mentre c’è chi ritiene che ci sia troppo entusiasmo e preferisce rimanere più cauto.
Prossimamente dedicheremo articoli più dettagliati su questa tematica e tutto ciò che la circonda.